Nella lingua e nella spada

un progetto di musica e teatro ispirato alle vite e alle opere di Oriana Fallaci e di Aléxandros Panagulis
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci
musica in playback Luigi Ceccarelli
con registrazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia
disegno luci Loredana Oddone
cura e regia del suono Raffaele Bassetti
assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri
scene Nomadea, Loredana Oddone
costumi Nomadea, Marta Benini, Manuela Monti
produzione Centro Teatrale Bresciano
in collaborazione con Le belle bandiere
si ringraziano Campania Teatro Festival e Ravenna Festival

Per il CTB, Elena Bucci presenta un melologo struggente in cui fa incontrare le parole sferzanti di Oriana Fallaci con l’amore per la libertà del rivoluzionario e poeta greco Aléxandros Panagulis.

La prima vittima dei tiranni / è il loro spirito. / Prima a quello / mettono le catene.
Aléxandros Panagulis, Vi scrivo da un carcere in Grecia, 1974, Rizzoli

“Grazie Oriana perché scrivendo la vostra storia d’amore e libertà hai vinto la morte.
Grazie Alekos perché distillando versi nella solitudine della tua prigionia hai vinto il dolore.
Grazie alla vostra scrittura io che non so cosa siano la guerra, la dittatura, la censura, la tortura, io sono con voi, sono voi, nella lingua e nella spada.
Questo melologo di più anime si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: si incontrano per un’intervista il giorno in cui Alekos, incarcerato per un attentato al dittatore Papadopoulos, viene liberato grazie a un forte movimento internazionale e restano allacciati, fino alla morte di lui, avvenuta per un misterioso incidente, nel 1976.
Alekos trova nella poesia una cura per resistere alla violenza della tirannia e del carcere; Oriana fa del suo lutto un libro. Irriducibili, spesso isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell’energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, un tesoro al quale attingere quando manca il coraggio.
Proverò a raccontare con le mie povere parole di lei e di lui, di quell’epoca, di quella terra e della mia, dell’entusiasmo per alcuni artisti – eroi? – che vissero l’orrore della dittatura senza piegarsi, cantando: nella lingua e nella carta è la loro spada.
Grazie a loro allargo il mio sguardo di fortunata nata in tempo di pace fino al limite del buio che si avvicina. Sullo sfondo è la musica greca, che ha saputo accogliere la musica latina, araba e balcanica fino a farne una sintesi che ci identifica tutti in un unico linguaggio. Nella lingua e nella spada ha aperto una
strada nuova che mi riconduce al misterioso luogo dove ho vissuto il primo fascino del teatro”.

Elena Bucci

Teatro Mina Mezzadri


Partner CTB