di Valentina Diana
da Carlo Goldoni
regia e interpretazione Invisibile Kollettivo:
Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone, Elena Russo Arman
luci di Cesare Agoni
collaborazione alla scena Michele Sabattoli
collaborazione ai costumi Bruna Calvaresi
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro dell’Elfo
in collaborazione con Invisibile Kollettivo
Dopo il successo di Come tu mi vuoi di Pirandello, Invisibile Kollettivo torna a collaborare con il Centro Teatrale Bresciano con un inedito lavoro su Goldoni, affidandosi alla riscrittura ironica e poetica di Valentina Diana, autrice edita da Einaudi e recentemente ospite al Royal Court Theatre di Londra all’interno del progetto Fabulamundi Playwriting Europe.
A partire dalle questioni ancora attualissime poste da Goldoni quasi trecento anni fa, lo spettacolo offre uno sguardo sul nostro tempo e su come raccontarlo, affondando il dito in tutte le pene dell’umano e, insieme, mantenendo intatta e forte, come Goldoni ci insegna, la capacità di ridere.
Spericolato reality ante litteram, Il teatro comico scritto da Carlo Goldoni nel 1750 è un vero e proprio manifesto poetico in cui l’autore “mette in commedia” la sua idea di riforma teatrale, proiettandoci nel “dietro le quinte” di una compagnia teatrale impegnata a provare una vecchia farsa e svelando i meccanismi della costruzione di uno spettacolo insieme alle difficoltà che, da sempre, gli artisti devono affrontare. Ma Il teatro comico di Carlo Goldoni che oggi portiamo in scena non è quello di Carlo Goldoni, l’ha riscritto Valentina Diana apposta per noi nel 2024, e grazie alla sua penna ironica e poetica ne è venuto fuori un testo del tutto originale dove, nel rispetto dei personaggi e delle situazioni descritte da Goldoni, le riflessioni artistiche devono fare i conti con le possibilità economiche e gli obblighi narrativi sono dettati dai bandi di finanziamento, tra sussulti amorosi, piccioni, drammi di personaggi che appartengono a un vecchio mondo e spese al discount. Come in quello goldoniano nel nostro Teatro comico si ride tanto. Che meraviglia la risata, che balsamo, che antidoto formidabile alla disperazione! Ridere insieme ci ricorda che stupendo luogo di incontro e di scambio sia il Teatro, proprio in un momento in cui tendiamo un po’ tutti a un individualismo selvaggio. Ecco, la compagnia che raccontiamo noi è sì una compagnia teatrale ma anche la metafora della possibilità che tutti noi abbiamo di trovarci insieme in un posto dove poter amare, odiare, litigare, e intanto provare a prenderci cura di qualcosa. Una cosa piccola con un grande potenziale. Uno spettacolo anacronistico e avveniristico insieme, guardando a una pratica antica che forse è anche una possibile strada per il futuro. Una buona pratica.
Invisibile Kollettivo
Nel Teatro comico Goldoni vuole fornirci le "linee guida" per scrivere una buona commedia, e lo fa senza risparmiarci digressioni teoriche ed elenchi di cose da fare e da non fare. Intanto però ci mostra un'altra cosa, più incerta. Ci mostra il dubbio, il baratro dell'arte, il bilico tra la necessità dell'artista di esercitare la propria arte e la sua necessità di mangiare. Il teatro comico è una commedia e, insieme, un saggio sulla comicità, un lavoro che anticipa un'idea di comico molto più moderna, dove il comico è un velo attraverso il quale si intravvede ciò che dietro il comico si cela: il tragico. E il dramma sotteso è un ribollire di ambivalenza verso il mestiere d’artista: chi è l'artista senza l’arte? E cosa rimane di lui se deve rinunciarvi? Nel testo di Goldoni l'altezza dalla quale i personaggi osservano se stessi sul limite dell'abisso si fa commedia. Questo è il nucleo atomico, ancora attivo, ancora incandescente, dell'opera - mi sono detta. E intorno a questo nucleo ho lavorato.
Valentina Diana