di e con Moni Ovadia
e con Michele Gazich violino, Giovanna Famulari violoncello, Paolo Rocca clarinetto, Nicu Nelutu Baicu fisarmonica
suono Mauro Pagiaro
produzione Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona
in collaborazione con Corvino Produzioni

Moni Ovadia continua la sua collaborazione con il CTB portando in scena Cabaret Yiddish, prodromo di Oylem Goylem, spettacolo culto con cui Moni Ovadia ha fatto conoscere al grande pubblico la cultura ebraica.
Uno spettacolo da camera fatto di storie, canzonette, battute fulminee e geniale atmosfera da cabaret, dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo yiddish è la lingua – inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno – e il klezmer la musica: un genere il cui nome deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino, archi e clarinetto) con cui, a partire all’incirca dal XVI secolo, si suonava la musica tradizionale degli ebrei dell’Est europeo.
Ed è proprio con la musica dal vivo di un ensemble di bravissimi musicisti che Moni Ovadia ci condurrà attraverso la condizione universale dell’Ebreo errante, del suo “essere senza patria, sempre e comunque”.
“Questa musica trascende le sue coordinate spazio-temporali per parlarci delle lontananze dell’uomo, dei suoi sentimenti assoluti, dei suoi rapporti con il
mondo naturale e sociale, della sua possibilità di ergersi di fronte all’universo, debole ma sublime.
Gli umili che hanno creato tutto ciò prima di poter diventare uomini liberi sono stati depredati della loro cultura, ma sono comunque riusciti a lasciarci una
chance postuma, una musica che si genera laddove la distanza fra cielo e terra ha la consistenza di una sottile membrana imenea che vibrando, magari solo per il tempo di una canzonetta, suggerisce, anche se è andata male, che forse siamo stati messi qui per qualcos’altro”.
Moni Ovadia

Teatro Renato Borsoni


Partner CTB