Franciscus
Il folle che parlava agli uccelli

di e con Simone Cristicchi
scritto con Simona Orlando
canzoni inedite di Simone Cristicchi e Amara
musiche e sonorizzazioni Tony Canto
scenografia Giacomo Andrico
luci Cesare Agoni
costumi Rossella Zucchi
aiuto regia Ariele Vincenti
produzione Centro Teatrale Bresciano, Accademia Perduta Romagna Teatri
in collaborazione con Corvino Produzioni

Franciscus, il rivoluzionario, l’estremista, l’innamorato della vita. Franciscus, che visse per un sogno. Franciscus, il folle che parlava agli uccelli.
Franciscus, che vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto di persona ma anche di animale, e non solo in essi ma anche nel sole, nella morte, nella terra su cui camminava insieme agli altri.
Qual è l’attualità del suo messaggio?
Cosa può dirci la filosofia del “ricchissimo” di Assisi, nella confusione della modernità
affamata di senso, nelle promesse tradite del progresso?
Torna a Brescia in via straordinaria l’ultimo ed emozionante spettacolo di Simone Cristicchi, forte del successo riscontrato la scorsa Stagione.
L’attore e cantautore romano approda a San Francesco dopo un percorso sulla memoria storica, iniziato con gli spettacoli Mio nonno è morto in guerra e Magazzino 18, e giunto a quella che l’artista definisce “geografia dell’anima”, dove affronta diverse tematiche spirituali: l’eresia gnostica di David Lazzaretti, l’anelito alla felicità con Happy Next, fino all’immersione nel Paradiso di Dante.
In questo spettacolo, Cristicchi, solo in scena, ci conduce tra riflessioni, domande e canzoni inedite – che portano la firma dello stesso Cristicchi e della cantautrice Amara – per indagare e raccontare il “Santo di tutti”: che è stato innanzitutto un uomo in crisi, consumato dai dubbi, un laico che imparava facendo, si perfezionava incontrando, e il cui esempio riuscì ad attrarre una comunità, ma non senza destare sospetti di alcuni del popolo. Nello spettacolo, infatti, interpretato dallo stesso Cristicchi, compare il personaggio di Cencio, simbolo dei suoi detrattori: stracciaiolo girovago, inventore di una lingua solo sua, è l’osservatore critico del viaggio di Francesco.
Al centro di questo spettacolo, il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale del Santo di Assisi. Ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere in armonia con il creato. Temi che, nel frastuono della società in cui viviamo, diventano ancora più urgenti e vividi.
Uno spettacolo ad alta intensità, che fa risuonare potenti in noi le domande più profonde e ci spinge a ricercarne una possibile risposta.

Teatro Renato Borsoni


Partner CTB