Cassandra o dell’inganno

drammaturgia Elisabetta Pozzi
con la collaborazione di Massimo Fini
con Elisabetta Pozzi
musiche e disegno luci Daniele D’Angelo
spazio scenico Guido Buganza
movimenti Alessio Romano
produzione Centro Teatrale Bresciano

Continua il sodalizio tra Centro Teatrale Bresciano ed Elisabetta Pozzi, tra le maggiori artiste della scena italiana, con un nuovo affondo nel Mito.
L’artista genovese da molti anni lavora intorno ai grandi temi e archetipi dell’antichità: Elektra di Hoffmannsthal, Medea, Ippolito e Ecuba di Euripide, Elena e Fedra di Ghiannis Ritsos sono soltanto alcuni dei testi che ha affrontato nel corso della sua carriera.
Tra i personaggi più frequentati in questo lungo dialogo con le radici del teatro occidentale c’è Cassandra, oggetto di numerosi studi e spettacoli di cui questo Cassandra o dell’inganno è l’ultima tappa.
Elisabetta Pozzi ha costruito una drammaturgia originale che, partendo dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, compie un affascinante percorso intorno alla
profetessa troiana – cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e, insieme, la condanna di non essere creduta – raccogliendo liberamente suggestioni e riletture da grandi testi e autori di ogni tempo, da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ghiannis Ritsos, fino a Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini.
In un montaggio avvincente, emerge un ritratto originale di una delle figure femminili del Mito più profondamente tragiche, per l’impotenza e la tremenda
solitudine che la connotano nel sostenere il peso della conoscenza.
Dispiegando il suo magnetico talento, Elisabetta Pozzi porta in scena una figura di grande modernità, in cui convivono forza e fragilità, dando corpo e voce a un personaggio indimenticabile.
In questo emozionante spettacolo il mito di Cassandra prende nuovamente vita sotto i nostri occhi, attraversando le epoche con la sua dolorosa e inascoltata capacità di preveggenza, fino a prefigurare, nell’epilogo scritto a quattro mani con Massimo Fini, un futuro incerto per la nostra civiltà orfana di identità, in cui l’uomo moderno – con la sua incapacità di porsi dei limiti – “è ormai diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola, e di cui è l’unico prigioniero”.
Il compositore Daniele D’Angelo ha creato una partitura musicale e sonora raffinata, un filo rosso che attraversa lo spettacolo intrecciandosi alle parole
alte, ipnotiche ed attualissime di Cassandra.

Teatro Renato Borsoni


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