13 OTTOBRE 2024 - Teatro Renato Borsoni
Goumour Almoctar aka BOMBINO chitarra e voce
Youba Dia basso e cori
Kawissan Mohamed Alhassan chitarra e cori
Corey Wilhelm batteria
Aprono la serata i Gemini Blue:
Osasmuede Aigbe (chitarra e voce) e Giacomo Sansoni (batteria)
Lo spettacolo è parte di Café Tassili. Rassegna di suoni contemporanei da Oriente a Occidente a cura di Marco Obertini
Goumour Almoctar, in arte Bombino, è una stella internazionale del desert blues. Originario del Niger e cresciuto nella tribù Tuareg Ifoghas di Agadez, alle porte del Sahara, (che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo) è costretto a fuggire più volte con la sua famiglia. Un giorno prende in mano una chitarra dimenticata dai parenti e, piano piano, esercitandosi, scopre la sua più grande passione. Presto diventa allievo del rinomato chitarrista tuareg Haia Bebe, e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”, data la sua giovane età.
Attratto dalle influenze di Jimi Hendrix e Mark Knopfler, studia le loro tecniche fino a farle diventare sue, assimilando quelle sonorità tipiche degli anni '60-'70 e inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana, arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg.
Il primo album risale al 2009, Group Bombino – Guitars from Agadez, vol. 2, cui seguirà Agadez primo album da solista, Nomad (2013), Azel (2016) e Sahel (2023), il lavoro più personale, potente e politico di Bombino.
Le sonorità di Bombino richiamano quelle dei Tinariwen, vicini suonatori del deserto, ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile in una versione del blues densa e magmatica.
Bombino mette nella sua musica il sentimento tuareg di volontà di sopravvivenza, scrivendone l’inno e donandogli vita propria.
Soprannominato dal New York times “Il Sultano delle sei corde” e dal Noisey “Il più grande chitarrista al mondo”, nel 2019 viene nominato ai Grammy Awards per il Miglior World Music Album, diventando il primo artista nigerino ad essere nominato ai Grammy.
Il concerto è parte di Café Tassili. Rassegna di suoni contemporanei da Oriente a Occidente in cui rock, folk, funk ed elettronica incontrano il jazz e la world music in un melting pot sonoro proveniente da tutti e cinque i continenti. La rassegna è ideata e curata da Marco Obertini.