di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière
versione italiana Fausto Paravidino
regia Antonio Zavatteri
scene e costumi Laura Benzi, luci Sandro Sussi
con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò
produzione Teatro Stabile di Genova
Serata conviviale a casa di due professori (liceo lei, università lui) dichiaratamente di sinistra. Una cena come tante altre tra cinque amici quarantenni. Tutti appartenenti alla media borghesia. Oltre ai padroni di casa, ci sono il fratello di lei che fa l'agente immobiliare e la sua compagna, mentre l'amico single (omosessuale non dichiarato) è trombonista in un'orchestra sinfonica. Quella sera, il fratello comunica alla compagnia che diventerà padre. Felicitazioni, baci e abbracci. Poi le solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli metterete?
Il futuro papà non ha dubbi che sarà maschio; ma lo sconcerto nasce quando comunica il nome che hanno deciso di mettere al figlio. Un nome che evoca imbarazzanti memorie storiche. Il dubbio è che si tratti di uno scherzo, ma la discussione degenera ben presto investendo valori e scelte personali. Tra colpi di scena, battute comiche, rancori e legami profondi nasce così il ritratto di una generazione.
Rappresentato a Parigi nel 2010, Le prénom ha ottenuto sei nomination al Prix Molière e subito fu adattato per il grande schermo dai suoi stessi autori (Cena tra amici). Nel 2015 Francesca Archibugi ne fece un nuovo adattamento cinematografico con il titolo Il nome del figlio, con Alessandro Gassmann, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Rocco Papaleo.
Uno spettacolo virale, uno di quelli da consigliare agli amici, perché fa ridere moltissimo, ma anche riflettere.
Il Giornale
Una commedia divertente, che mette a proprio agio lo spettatore grazie a un susseguirsi continuo di situazioni che poggiano su un dialogare intelligente e arguto. Pubblico travolto da fragorose risate. La Repubblica
Una commedia scoppiettante, ricca di colpi di scena e di quell’ironia forte tipica della tradizione francese che sfocia nella risata da vaudeville senza cedere ai ritmi della farsa.
Il dramma.it
Durata: 1'40'' senza intervallo