Il cavaliere inesistente

10 MARZO 2017 - Teatro Sociale

di Italo Calvino
drammaturgia Cristina Grazioli, Fabrizio Montecchi
regia e scene Fabrizio Montecchi
con Valeria Barreca e Tiziano Ferrari
voce registrata Mariangela Granelli
coproduzione Teatro Gioco Vita, Festival “L’altra scena”,
EPCC Théâtre de Bourg-en-Bresse, scène conventionnée

in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione

Età consigliata: dagli 8 ai 15 anni

 

Vincitore come miglior spettacolo al GRAND PRIX della Giuria al XXVII International Festival of Puppet Art di Bielsko-Biala (PL)

Ne Il cavaliere inesistente l’epoca di Carlo Magno e dei Paladini, e la giostra di avventure, inseguimenti e battaglie, sono un pretesto per parlarci di noi e del nostro difficile rapporto con la realtà. Calvino affronta, con grande profondità e ricchezza di sfumature, e allo stesso tempo con leggerezza e ironia, il tema dell’identità nell’uomo contemporaneo. Un’identità che appare scissa, o addirittura in alcuni casi inesistente, e propone diversi modi di “essere”, di “stare” al mondo come individui. Questi temi sono subito evidenti nella figura di Agilulfo, il cavaliere che sotto le placche della propria armatura semplicemente non esiste, nonostante sia convinto del contrario, e nel personaggio di Gurdulù che, pur essendo di carne, ignora del tutto la propria esistenza e si tramuta negli oggetti, negli animali e negli uomini che incontra. Tra questi due estremi stanno tutti quelli che lottano continuamente in bilico tra una condizione d’esistenza e d’inesistenza. Rambaldo, giovane combattente che vuole vendicare la morte del padre e “cerca le prove d’esserci” nell’azione. Torrismondo, l’altro giovane guerriero, che ricerca l’esserci “in qualcos’altro che se stesso, da quel che c’era prima di lui, il tutto da cui s’è staccato”. Bradamante, donna guerriera, innamorata di Agilulfo, ma anche narratrice occulta della storia nelle vesti di Suor Teodora, che ricerca le prove della sua esistenza nell’amore e nella guerra. Nel linguaggio scenico di Teatro Gioco Vita la presenza immateriale e incorporea dell’ombra si fonde con la presenza materiale e corporea dell’attore. Queste due qualità di presenza scenica, nelle loro tante possibilità combinatorie, si prestano a tradurre i diversi piani dell’ “essere” presenti in questo classico della letteratura del Novecento.

 


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