Il casellante

DAL 05 APRILE 2017 AL 09 APRILE 2017 - Teatro Sociale

di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
regia Giuseppe Dipasquale
scene Giuseppe Dipasquale
costumi Elisa Savi
luci Gianni Grasso
musiche originali Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta
con Moni Ovadia, Valeria Contadino, Mario Incudine, Sergio Seminara, Giampaolo Romania
e con i musicisti Antonio Vasta, Antonio Putzu
la canzone “La capra avi li corna” è di Antonio Vasta
produzione Promo Music – Corvino Produzioni, Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, Comune di Caltanissetta

 

Sulla linea ferroviaria che costeggia il mare a sud di Porto Empedocle passano solo due treni al giorno, quello che va da Vigàta a Castelvetrano e l'altro che fa il percorso inverso. I due treni si incrociano ogni giorno a Sicudiana. Lì, stretto tra la campagna e la spiaggia, sta il casello di Nino Zarcuto. La casa è piccola, la cucina al piano terra e la camera da letto al piano alto, più un orticello coltivato e il pozzo dell'acqua. Ma Minica, la giovane moglie del casellante, la cura come un gioiello. La vita di Nino è semplice e serena: alzare il passaggio a livello, curare l'orto e gli animali e, qualche volta, una suonata dal barbiere del paese insieme all'amico Totò, uno alla chitarra e l'altro al mandolino, per guadagnare qualche soldo.

Ma nel 1942 arriva la guerra. Lungo la linea ferroviaria gli alleati bombardano, si teme uno sbarco nemico dal mare. il Genio civile vuole fortificare, vengono mandati i soldati a costruire dei bunker lungo la costa. Il casellante li accoglie con ospitalità. Ma durante l’assenza di Nino – detenuto in carcere dal gerarca fascista del paese, che vede complotti al Duce anche in un concerto – qualcuno va a bussare alla porta di casa dove Minica è rimasta da sola. Accade quello che Nino temeva, quello che molte donne subiscono in guerra. Minica, dopo aver vissuto sul suo corpo la tragedia della violenza, è diventata assente. Si limita a vegetare, addirittura a un certo punto si crede albero e inizia a innaffiarsi i piedi piantati nella terra. Aspetta la metamorfosi, il giorno in cui le spunteranno le radici e inizierà finalmente a dare i suoi frutti.

Una vicenda emblematica e commovente che disegna i tratti di una terra arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. Il Casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.

Durata: 2 ore con intervallo


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