DAL 05 DICEMBRE 2018 AL 06 DICEMBRE 2018 - Teatro Sociale
tratto da dal testo mistico sufi del XII sec di Farid Ad-Din Attar
adattamento di Lucilla Giagnoni
regia Lucilla Giagnoni
luci Bianca Pizzimenti
musiche Paolo Pizzimenti
con Lucilla Giagnoni, Marco Tamagni (voce e percussioni), Federica Arestia (voce e violino), Tino Balsamello (pianoforte), e coro Le Allegre Note della scuola media Giovanni Pascoli di Brescia coordinato dai professori Giovanni Gulino e Franco Cagna
consulenze Maria Rosa Pantè
ringraziamenti Teatro Faraggiana di Novara e l'Istituto Comprensivo Bellini di Novara
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano
Il verbo degli uccelli: Canto alla città 2.0 è la seconda tappa del progetto multidisciplinare triennale ideato, diretto e portato in scena da Lucilla Giagnoni con i giovani allievi delle scuole bresciane. Dopo la collaborazione realizzata nel 2017con il Conservatorio Luca Marenzio e i sessanta giovani musicisti dell’orchestra dei fiati, anche per quest’anno sul palcoscenico del Teatro Sociale ci sarà musica, ma soprattutto canto: un coro di cinquanta ragazzi dai 12 ai 14 anni della Scuola secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli” di Brescia che, da cittadini di oggi e di domani, cantano alla città.
Anche quest’anno, dopo il viaggio della Divina Commedia, canteremo un cammino, perché il cammino è il senso di ogni esperienza e il senso stesso della vita umana.
Canteremo uno dei capolavori della letteratura orientale: il poema persiano del XII secolo “Il verbo degli uccelli”, del mistico sufi Farid Ad Attar, uno tra i testi ispiratori della stessa Commedia. In questa fiaba gli uccelli del mondo, guidati dall'upupa, sentono di aver bisogno di un re, perciò decidono di mettersi alla ricerca del Simurgh, la cui reggia sorge oltre la montagna di Qaf ai confini del mondo. Gli insegnamenti dell’upupa saranno fondamentali per tutto lo stormo e li aiuteranno a varcare le sette valli che conducono al regno del Simurgh. Un cammino che tra mille difficoltà li porterà, in modo sorprendente, alla conoscenza di sé.
Lucilla Giagnoni